CAMPANGA 070 – IL MONDO HA FAME DI SVILUPPO
AGGIORNAMENTO
Sì a un piano per e con l’Africa. Lo sviluppo è una cosa seria.
Lettera aperta della Campagna 070 in vista della Conferenza Italia-Africa
Roma, 26 gennaio 2024
Guardiamo con vivo interesse alla prossima Conferenza internazionale Italia-Africa, organizzata dal
Governo italiano per il 28 e 29 gennaio, a Roma, per discutere di cooperazione insieme a Capi di Stato e
di Governo dei Paesi del continente africano. Ci aspettiamo una discussione aperta e approfondita,
coerente con l’intenzione rivendicata dalle nostre Istituzioni di dare vita a un modello di partenariato
vantaggioso per tutte le parti, lontano da logiche paternalistiche o predatorie.
Una occasione da non perdere.
Attendiamo, in occasione della Conferenza, di conoscere meglio i contenuti del Piano Mattei per lo
sviluppo dell’Africa, la cui struttura di governance è stata da poco confermata in Parlamento. Questo
Piano suscita attenzione anche e proprio per la scelta del Governo di impegnarsi direttamente su un
tema importante e complesso. Sentiamo quindi la necessità di offrire un nostro contributo di idee per il
buon successo di questa iniziativa.
Sarà importante, in primo luogo, dare vita a un sistema equilibrato di programmi e di progetti per
distinguere tra cooperazione allo sviluppo sostenibile in senso specifico – quella riconosciuta dalla
Legge 125/2014 come “parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia” – e la promozione
economica, che dovrebbe essere anch’essa realizzata in conformità con gli obiettivi dello sviluppo
sostenibile. Sarà importante distinguere tra la tutela dell’ambiente e l’adattamento ai cambiamenti
climatici da un lato e, dall’altro, la promozione di esportazioni, investimenti e l’approvvigionamento, in
particolare degli idrocarburi, e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, come oggi recita il
Piano Mattei.
Nella realizzazione del Piano Mattei, in coerenza con le previsioni della Legge 125/2014, l’Italia non
potrà sottrarsi dal prevedere risorse adeguate, a partire dal rapido mantenimento dell’impegno assunto
dall’Italia in sede ONU, ben 50 anni fa, di dedicare lo 0,70 % della sua ricchezza nazionale agli aiuti allo
sviluppo, un valore che attualmente corrisponderebbe a circa 13 miliardi di dollari all’anno, contro i
circa 6 miliardi di dollari per il 2022. Inoltre, l’iniziativa italiana potrà essere pienamente efficace se
sarà capace di coordinarsi e di esercitare un forte effetto leva con e sugli strumenti e le risorse
comunitarie nell’ambito di una nuova stagione delle politiche di sviluppo europee verso l’Africa e il
Mediterraneo. Considerata la vastità dell’obiettivo è immaginabile che l’Italia possa convincere l’Unione
Europea a un’azione coordinata per avere così maggiore impatto.
Ci sono preoccupazioni, come è facile immaginare di fronte ad un impegno così ambizioso. Preoccupa
il fatto che il Piano Mattei possa tradursi in un superamento della citata Legge 125/2014, qualora i
finanziamenti a valere sul Bilancio dello Stato risultassero sbilanciati a favore degli interessi d’affari
privati e la cooperazione ridotta a convenienza economica, ridimensionando così il ruolo, ad esempio,
della nostra Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Nel Piano Mattei deve essere evidente la consapevolezza che lo sviluppo non può fondarsi solamente sul
capitale economico, ma necessita di capitale umano, di capitale relazionale e di capitale sociale e
istituzionale; il Piano deve essere ancorato alla cornice dei Diritti Umani come statuiti dalla Carta delle
Nazioni Unite e al consenso internazionale sullo sviluppo sostenibile come raccolto nell’Agenda 2030.
Tutto ciò nella convinzione condivisa che la cooperazione internazionale non possa essere ridotta a mero
dono, a un trasferimento monetario, dall’alto in basso, che può anche indurre dipendenza, sterile
assuefazione per chi dà e per chi riceve.
Ancora più evidente deve essere la condivisione della consapevolezza che lo sviluppo non è riducibile
all’acquisizione di fonti energetiche o di minerali “preziosi”, cosiddetti critici e strategici, alla
competizione per la realizzazione di mega commesse infrastrutturali. Confidiamo che il Piano Mattei
possa dare vita a una rinnovata consapevolezza riguardo a cosa possa essere la cooperazione
internazionale per lo sviluppo sostenibile. Dove sviluppo è condivisione fra le parti di obiettivi e
partecipazione nella definizione di piani e attività. Sviluppo è investimenti nell’istruzione e nella
formazione professionale, accessibilità universale alle medicine e ai servizi sanitari, riqualificazione
delle periferie urbane, disponibilità di acqua potabile e di elettricità e di servizi TLC e digitali,
promozione della imprenditorialità locale in partenariato, cura dell’ambiente e delle risorse naturali,
programmi per la transizione ecologica, abbandonando i combustibili fossili, superamento delle
monoculture agroindustriali.
Sviluppo sostenibile, ben definito nei consessi internazionali anche con il voto convinto dell’Italia, è
anche due diligence, ovvero identificazione di rischi, problemi e garanzie nelle catene di valore, e
criteri ESG per la sostenibilità ambientale e sociale nei nostri investimenti all’estero. E’ superamento
delle barriere tariffarie europee, gestione generosa e prudente del debito, perché non diventi una spirale
dalla quale i Paesi fragili non riescono a uscire e nella quale aumentano la loro dipendenza. È integrazione
verso mercati equi e sostenibili, regionali e continentali, evitando i costi della competizione tra Stati e
Regioni.
Sviluppo che richiede una “cooperazione di precisione” perché l’Africa, come altre realtà mondiali,
non è un continente omogeneo ma presenta diversità significative che richiedono letture non stereotipate
e politiche multidimensionali. Attenzione alle diversità culturali, di tradizioni, linguaggi e di risorse
naturali, che sono elementi di grande ricchezza. Attenzione anche alle disparità reddituali e di costi
immobiliari e di trasporto, alle istituzioni che sono diversamente stabili e quindi al rispetto dei diritti
umani e sociali, diverso da Paese a Paese.
Sviluppo che richiede dunque la valorizzazione delle specificità territoriali e progetti su misura e non
a taglia unica, con una eccezione: in ogni caso è necessario il coinvolgimento e il protagonismo delle
giovani generazioni e delle donne. Sviluppo è progetti comuni, in partenariato, dialogando e lavorando
con le comunità locali, con la società civile, con le associazioni, con le famiglie e le persone vulnerabili
per esprimerne le potenzialità. Ed è dialogo interculturale e interreligioso. E’ tutela del l diritto ad una
mobilità umana sicura, regolare e che sa creare ponti tra le società per uno sviluppo comune, equo e
sostenibile.
Sviluppo è lavorare nelle periferie più abbandonate e nei villaggi più lontani, scavare un pozzo, costruire
una scuola o un’infermeria, piantare alberi, curare un malato, nutrire un bimbo, rendere umano un
carcere, sostenere lo sviluppo di una piccola azienda artigiana o contadina, salvare dall’estinzione un
umile specie vegetale, promuovere l’associazionismo e la cittadinanza attiva, accompagnare movimenti
sociali e dei popoli indigeni.
Sviluppo è cooperazione dal basso.
La Conferenza Italia-Africa e i primi passi del Piano Mattei diranno molto sul senso del cammino appena
avviato. Perché l’Italia non deve accontentarsi delle parole senza azioni, delle azioni senza politiche e
delle politiche senza cambiamenti profondi. E l’Italia ne ha le potenzialità.
In questo banco di prova ci riconosciamo come Campagna 070.
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La Campagna 070 e il progetto Generazione Cooperazione si appellano al Governo e al Parlamento italiano per il rilancio della cooperazione internazionale dell’Italia. Il nostro Paese rimane lontano dall’obiettivo internazionale, adottato nel 1970 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di destinare lo 0,70% del reddito nazionale lordo dei Paesi economicamente avanzati all’aiuto pubblico allo sviluppo dei Paesi poveri. Nel 2024, l’Italia avrà la Presidenza del G7: in questo ruolo deve assumersi la responsabilità di rilanciare l’iniziativa globale per la pace, per il contrasto al riscaldamento del pianeta e per la solidarietà e la giustizia globale con decisioni immediate e concrete, anche prevedendo maggiori investimenti per la cooperazione internazionale del nostro Paese.
Pace e sviluppo sostenibile sono elementi imprescindibili per il futuro dell’umanità. La pandemia di Covid 19, la crescente frequenza e intensità dei disastri ambientali causati dal cambiamento climatico, l’impatto globale della aggressione della Russia contro l’Ucraina e della «guerra mondiale a pezzi» e, in questi giorni, la tragedia del conflitto in Palestina sono soltanto gli ultimi più drammatici episodi di una crisi che rende sempre più difficile realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il traguardo storico di sradicare povertà e fame è sempre più lontano. Senza costruire ponti di pace e di sviluppo, saremo anche noi responsabili di questo fallimento.
Ivana Borsotto, portavoce della Campagna 070, dichiara che: “Questo è il momento di farsi sentire. L’Italia deve annunciare le priorità per la Presidenza G7 che prenderà avvio nel mese di gennaio 2024.” E aggiunge: “La Presidente del Consiglio ha lanciato il Piano Mattei per l’Africa. Governo e Parlamento sono impegnati nell’approvazione della Legge di Bilancio per i prossimi tre anni, potendo determinare anche quali sono le risorse destinate alla cooperazione internazionale. Accogliamo con favore il recente rapporto della Commissione Esteri e Difesa che chiede di valutare l’opportunità di un aumento graduale delle risorse per la cooperazione in un arco temporale definito per allinearsi agli impegni internazionali”. Ivana Borsotto conclude ricordando che “La Campagna 070 e il progetto Generazione Cooperazione chiedono ora che la Presidenza del Consiglio adotti un proprio decreto per determinare un calendario graduale ma vincolante per raggiungere entro il 2030 l’obiettivo dello 0,70% da destinare agli aiuti internazionali.”
La Campagna 070, promossa da Focsiv, Aoi, Cini e Link 2007, insieme al Forum del Terzo Settore, ASviS, Caritas Italiana e Missio, con il progetto Generazione Cooperazione, invita tutte e tutti a partecipare domenica 3 dicembre a una mobilitazione che si terrà alle ore 14,30 in Piazza Santi Apostoli a Roma, mentre martedì 5 dicembre, alle ore 10, presso l’Hotel Nazionale in Montecitorio, incontreremo le Istituzioni e i membri del Parlamento per condividere l’impegno verso la cooperazione allo sviluppo sostenibile.